Questa la segnalazione di un cittadino, S.N. le iniziali:
“Buon giorno, il taglio della sanità ormai è un motivetto trito e ritrito se penso che ai tempi della Telesca brontolavo a più non posso e oggi, purtroppo per le mie continue esigenze, mi verrebbe di spararmi un colpo di pistola. Ma non è possibile, sarà che sono veramente sfortunato e già in precedenza con il solo suo aiuto mi ha rimesso in ordine per il mio problema fisiatrico, adesso con un problema più serio e grave non posso vedere un futuro. In breve, alla mia richiesta di un esame per il colon, perdendo già da un mese molto sangue, addirittura le speranze di prenotazione sono CHIUSE, devo aspettare, se arrivo a farlo, mesi solo per poter prenotare, oppure mi devo recare in regione (Udine) e solo nel mese di marzo 2024. Ora avendo il mio medico di base richiesto tale esame nei 30 giorni immaginate voi che speranza di farla franca posso avere. O Dio, buttarmi per strada fingendo un grave malore in modo che un’auto del 118 mi prelevi, oppure pagare da 360 a 400 euro e allora dopo 3 giorni possono soddisfare la mia richiesta, in privato si intende, e alla domanda: se voi collaborate con l’Asugi e siete disponibili sia in privato che in collaborazione come mai al momento di prenotazione risulta tutto fermo? Impossibile, non sanno cosa rispondere, e solo andando in trasferta con i vari disagi, o pagando una ricca somma, cosa che per me è impossibile. E allora da buon povero mi metto a cuccia in un angolo aspettando che il buon Dio possa risolvere dei problemi che un architetto non potrà mai, come nel passato, risolvere. Oppure viene il sospetto che chi ha il denaro può risolvere il nodo pagando, gli altri boh una pensione in meno per lo Stato. Se penso che sino a 70 anni (oggi 81) non ho conosciuto medico di base, ho solo pagato allo Stato senza recuperare niente, neanche per un male alla testa, ed oggi persone (tante) come me invece sono quasi in strada. Che futuro e ancora vedere i sorrisini del tandem Fedriga Riccardi in TV. Bah chiudo perché mi viene da…”
Questo fatto, già di per sé inaccettabile, ripropone il fenomeno delle agende chiuse, che crea una distorsione dell’intero sistema e toglie qualsiasi speranza di diagnosi e cura in tempi certi ai malati, ovviamente a quelli che non possono provvedere con risorse proprie.
Nonostante la legge faccia espresso divieto di chiudere le agende di prenotazione, questa odiosa pratica continua ad essere usata in FVG, forse proprio per fornire un quadro distorto delle attese, che risultano in tal modo minori di quanto in realtà lo siano, visto che una parte non viene registrata, e quindi non si sa quanti pazienti aspettano e per quanto tempo.
Ma così risulta assai difficile, se non impossibile, fare una seria programmazione per affrontare il problema.
No responses yet