Ha sollevato non pochi interrogativi il concorso di ASUGI – Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina – volto a creare un nuovo posto di dirigente delle Comunicazioni aziendali, visto anche che da più tempo molte importanti strutture, talune strategiche per la lotta al Covid, sono prive di primario e guidate da facenti funzione, come ad esempio la Geriatria di Trieste, i reparti di Oncologia e di Pronto soccorso di Gorizia, una Medicina, ma anche strutture del Dipartimento di Prevenzione, ecc.
Perché con tale carenza di medici ASUGI si concentra sul dirigente dell’ufficio Comunicazioni? Che tra l’altro sembra già ben dotato di personale.
Nell’ultimo Consiglio regionale l’Assessore competente aveva spiegato che dall’esperienza pandemica era emersa come ormai ineludibile l’importanza di una corretta e tempestiva informazione agli assistiti e al personale dell’Azienda. Forse volendo suggerire in tal modo che le comunicazioni di ASUGI non sarebbero state sempre all’altezza e che forse servirebbe una diversa professionalità di chi le sovraintende.
Ma esaminando il bando si scopre che oltre ai titoli di studio universitari, per diventare dirigente servono “cinque anni di servizio effettivo corrispondente alla medesima professionalità prestato nella categoria D o DS”, ovvero profili amministrativi e sanitari del comparto. E qui si rimane un po’ sorpresi visto che per il futuro dirigente si prevedono gli stessi identici requisiti di esperienza professionale posseduti dall’attuale responsabile dell’ufficio Comunicazione di ASUGI, che è appunto assistente sanitaria, categoria D del comparto.Quindi cosa cambia? Sembrerebbe soltanto l’entità della retribuzione, ovvero si paga di più per avere sostanzialmente la medesima professionalità dell’attuale.
Confrontando un bando similare dell’Agcom vediamo che per questi posti dirigenziali si richiede una pluriennale “esperienza nel settore del giornalismo, nelle strategie di comunicazione e nei rapporti con i media, conseguita presso testate giornalistiche o agenzie di stampa o uffici di enti, istituzioni, imprese di rilievo nazionale e/o internazionale.Invece con le clausole di ASUGI si escludono in partenza tutte queste professionalità dotate di esperienze e competenze specifiche, a meno che non abbiano prestato servizio quinquennale quali infermieri o amministrativi del comparto. Addirittura verrebbero esclusi anche gli eventuali aspiranti che svolgano già il ruolo di dirigenti delle comunicazioni in altre aziende pubbliche o private.
Pare ragionevole impegnare una spesa superiore per avere le medesime professionalità? Soprattutto pare logico inibire la facoltà di poter effettuare la scelta più ampia possibile per assicurare all’ente pubblico le migliori professionalità sul campo?
Ho quindi interrogato la Giunta regionale per sapere se intende verificare la conformità del bando ASUGI alla vigente normativa concorsuale, nonché esaminare i livelli di comunicazione e informazione nel corso dell’epidemia.
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